e una delle richieste del mio allora coniuge di cancellare i materiali falsi e diffamatori:
Di che si conclude che anche tutti gli altri materiali del giornalino non sono affidabili.
Avviso pubblico di falso e diffamazione da parte del giornale "Virus on-line" nei confronti di Olga Babenko e della sua famiglia, in quanto il suddetto giornale si rifiuta di correggere il materiale diffamatorio e di pubblicare l'articolo di riparazione, violando la Legge sulla stampa e il Codice della Privacy - Pagina informativa
Sono una cittadina straniera – una di quei pochi stranieri arrivati in Italia con un regolare permesso d’ingresso e senza intenzione di delinquere. Ero venuta in Italia affascinata dall’arte antica e dallo spirito della storia, dall’incantevole natura e dalla ricchissima cultura. Avevo programmato di aprire un’attività imprenditoriale in proprio: una fabbrica di produzione delle colonnine e degli altri oggetti in polvere di marmo di Carrara e dal sasso di Volterra, il che avrebbe creato i posti di lavoro per cittadini italiani e avrebbe contribuito anche allo sviluppo economico locale. Avevo dei bei progetti per il futuro e mi ero persino sposata con un cittadino italiano.
I miei progetti non ho potuto realizzare in quanto sono stata colpita dalla criminalità organizzata italiana. Col termine "criminalità organizzata" noi immaginiamo un gruppo di persone di brutta presenza e basso livello culturale, che compiono reati crudeli più disparati essendo uniti in gruppi e essendo guidati da un capo. In realtà non è così. Mi ero sempre interessata della sociologia, della psicologia, della cultura e dello scambio culturale internazionale - per questo dal momento quando sono stata colpita dalla criminalità italiana, ho cominciato a studiarla e a indagare per conto mio. La vera criminalità organizzata ci aspetta laddove noi meno ce l’aspettiamo, laddove non possiamo nemmeno immaginare, nelle situazioni incredibili ed inverosimili. Un rappresentante della criminalità organizzata di solito ha un buon inserimento sociale, ha un posto di lavoro statale o parastatale, ha degli appoggi altolocati e gode della totale impunità per i reati compiuti nel caso se fosse querelato: grazie agli appoggi gli indagini vanno regolarmente insabbiate, il denunciato non viene nemmeno iscritto sul registro degli indagati, sia Giudici sia Pubblici Ministeri si rifiutano di sentire i testimoni, di valutare le prove e mandano velocemente le pratiche in archiviazione – purtroppo, questo è la vera criminalità organizzata!
Nel 2001 la mia abitazione familiare è stata violentemente occupata dai criminali tramite reato di violazione del domicilio, e tutti i miei beni, iniziando dai vestiti e finendo con attrezzature per la fabbrica е documenti personali sono stati rapiti/rubati dai criminali. In quel momento la mia famiglia, con due bambini piccoli, era rimasta per strada, spossessata illegalmente di tutto persino dei documenti personali necessari per affittare un alloggio d'urgenza o partire fuori dall'Italia. Poco tempo dopo la mia famiglia ha subito il sequestro dei figli con la richiesta di riscatto di 300.000 (trecento mila) Euro. Non esiste ancora una chiarezza sulla dinamica dell'organizzazione del sequestro dei bambini, ad oggi tra i complici diretti e indiretti risultano alcuni rappresentanti dell’amministrazione del comune di Sesta Godano, dove eravamo residenti, alcuni dirigenti del centro “Benedetto Acquarone” di Chiavari e alcuni magistrati del Tribunale dei minori di Genova, che hanno abusato della propria posizione lavorativa, della posizione sociale e del potere allo scopo di delinquere.
Secondo il Codice Penale, il loro comportamento si inquadra come reato di sequestro di persona a scopo di estorsione in quanto ci è stato chiesto il riscatto in denaro per la restituzione dei bambini; i bambini sono stati tenuti segregati e deprivati della loro libertà personale e persino legati (!) per evitare che tentassero di contattare Autorità Giudiziarie, Polizia o Carabinieri o chiedere aiuto da qualcuno; i magistrati coinvolti e l'amministrazione comunale hanno compiuto una serie di reati violando recidivamente le leggi - che sono molto giuste e molto buone – e si sono rifiutati di osservarle quando sono stati esplicitamente invitati di farlo. Siamo riusciti a liberare i figli dopo 45 giorni. Dopo averci consegnato i figli – senza nessun atto e senza nessuna sentenza relativa - i giudici del Tribunale dei minori si sono rifiutati di fornire ai bambini le cure riabilitative, previste dalle legge ai bambini che hanno subito abusi e violenze e vittime della criminalità organizzata (L. 176/91), e di attivarsi per la loro tutela in corrispondenza con la legge. Gli organizzatori del reato di sequestro dei bambini ancora non sono stati puniti dalle Autorità Giudiziarie. Le Autorità Italiane fin'oggi hanno fallito nel restituirmi i miei beni, nel liberare l'immobile dai criminali occupanti e di ricompensare ai miei figli e alla mia famiglia i danni subiti.
Ho deciso di pubblicare la mia storia in quanto la storia del sequestro dei miei figli era diventata di dominio pubblico e fino ad oggi sull’internet si trovano versioni non vere dei fatti, pubblicate dai sequestratori dei bambini con lo scopo di giustificarsi per i reati nefandissimi e odiosissimi compiuti. Inoltre, in passato sono stata diffamata su alcuni giornali, però le Autorità giudiziarie fino ad oggi non hanno obbligato questi giornali di pubblicare gli articoli di riparazione. Quindi, in tale situazione di fallimento totale delle Autorità Italiane, devo cercare di provvedere da sola, nella misura delle mie capacità.
La mia storia illustra perché le persone per bene vanno via dall’Italia e perché in Italia c’è un livello spaventoso di delinquenza e di malessere, di degrado socio-economico, perché nonostante le ricchezze storico-naturali l'Italia rimane un paese poverissimo definito da italiani stessi “MalPaese”. Dal mio punto di vista, la situazione in Italia può essere definita come un vero trionfo e un vero fiorimento della criminalità.